Numero 2 Ottobre 10, 1998



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Forse non tutti lo sanno, ma Larry Bird ha un figlio che gioca nell'NBA. Ha appena finito il suo anno da rookie, ha conteso a Timmy Duncan il premio di miglior rookie (venendo comunque sconfitto) e fa giα paura a tutti i vecchietti che anelano ad un titolo, perchΘ quelli che giocano con lui non sono proprio mezze calzette. Ma il caso pi∙ grosso Φ proprio lui, Keith Van Horn: Φ inconfutabile che Φ il giocatore pi∙ simile a Larry Legend dai tempi di Laettner. Naturalmente hanno delle differenze: Keith Φ pi∙ atletico, Larry era pi∙ tecnico, ma sono uniti dall'etica del lavoro. Allo stesso modo di Bird, che disse "devo allenarmi per migliorare" dopo una stagione da 25+10+6 ad allacciata, Van Horn Φ uno di quelli che arriva agli allenamenti per primo e va via per ultimo, quando persino gli assistenti si sono rotti di passargli la palla. Il lavoro per migliorare Φ l'ossessione di tutti e due, come per gli slavi. Comunque il californiano svezzato da Majerus ad Utah Φ un'ala piccola abbastanza completa, anche se ad inizio stagione un infortunio non lo ha certo aiutato ad inserirsi in un basket diverso da quello del college. E' 2.08, tira bene ma non benissimo da fuori, Φ grosso e veloce, darebbe anche una mano a rimbalzo (se Jayson Williams e Rony Seikaly gliene lasciassero qualcunoà). Ma soprattutto Φ giα un leader, aiutato in questo anche da Calipari che vede in lui e Kittles, giocatori complementari, il futuro roseo dei Nets. Che come si diceva non sono certo da buttare via, con un bel quintetto e un sesto e settimo uomo di tutto rispetto. I cinque titolari sono: Cassel, che ha giα un paio d'anelli al dito, un signor giocatore come Kendall Gill, il nostro Keith, Jayson Williams a pulire i vetri e il libanese Seikaly a riempire l'area. Dal pino escono Kittles per i lunghi, leggerissimo ma mortale quando Φ solo o in situazioni dinamiche (ha fatto una finta che ha mandato Jordan per aria e poi gli ha appoggiato in facciaànon Φ una cosa da tutti, a meno che non giochi a Philadelphia col 3à) e per i lunghi il mitico Chris Gatling, che rimane un pessimo cliente per tutte le ali forti (meno per i centri). Il coach Φ il giα nominato John "c***i amari" Calipari, cresciuto a caffeina e nervosismo insieme con Pitino. Sotto la scorza d'irascibile rimane comunque un ottimo tecnico, soprattutto sotto l'aspetto della mentalitα che trasmette ai giocatori. L'unica cosa che manca Φ ancora un po' di panca, ma arriverα finito il lockout. La grande speranza bianca Φ pronta al secondo anno, Φ quello che avrα rimpianto di pi∙ il lockout, pi∙ che altro perchΘ non poteva allenarsi, la nostra speranza Φ in ogni modo quella di vederlo cominciare questo suo secondo anno, prima o poi.
The White Hope
DR_D